domenica 13 febbraio 2011

17/12/2010 A CASTELVETRANO - ODORE DI MAFIA.

17/12/2010 ANDRO' A CASTELVETRANO DOVE REGNA IL SUPER LATITANTE MATTEO MESSINA DENARO

Carissimi Amici, ho pensato che per far conoscere meglio la Verita'  bisogna avere un contatto diretto con le persone, per cui desidero parlare
anche e soprattutto con i giovani guardandoli negli occhi incominciando da quelli di Castelvetrano ( che e' il mio paese natale ma anche quello del super-latitante Matteo Messina Denaro ) per far capire loro quanto e' importante conoscere la verita' sulla nostra Italia. Dobbiamo trovare qualsiasi modo per farlo sapere a tutti !!!.


Vi abbraccio a tutti 
    
VincenzoCalcara



Calcara e Ingroia in un teatro vuoto, a Castelvetrano, nel giorno del compleanno di BorsellinoPDF
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Nel giorno dell’anniversario della nascita di Paolo Borsellino, l’associazione antiracket provinciale aveva organizzato una manifestazione con Calcara e il Procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia,
tra gli allievi più stretti di Borsellino, per incontrare gli
studenti degli istituti superiori di Castelvetrano e invitarli
ancora una volta alla scelta della legalità, un tema sempre difficile nella patria di Matteo Messina Denaro.

E invece, Calcara e Ingroia, una volta arrivati si sono trovati davanti una platea deserta, un teatro vuoto. Nessun dirigente scolastico ha raccolto l’invito dell’Associazione Antiracket. Nessun preside ha mandato anche una semplice delegazione a ricordare Borsellino, e ad incontrare un coraggioso magistrato e un collaboratore di giustizia, Calcara, che proprio per non assassinare il giudice Borsellino scelse di pentirsi e di dissociarsi da Cosa nostra.


Anche la città di Castelvetrano è rimasta pressoché impassibile. In teatro solo i pochi militanti di Libera, i giornalisti, alcuni curiosi, soprattutto persone interessate a rivedere Vincenzo Calcara, il pupillo dei Messina Denaro, dopo anni dal suo allontanamento da Castelvetrano.
In platea pure Tonino Vaccarino, l’ex Sindaco di Castelvetrano, con una condanna passata in giudicato per traffico di sostanze stupefacenti, e da Calcara pesantemente attaccato nelle sue deposizioni. I due hanno più di un conto in sospeso, e Vaccarino ancora prima dell’arrivo di Calcara distribuisce un volantino: “Non si combatte la mafia con un falso pentito”, e giù un elenco dei processi in cui Calcara è stato dichiarato inattendibile, definendolo un “calunniatore professionale”, unitamente ad un altro volantino è invece firmato dal Dirigente Scolastico del Liceo Classico di Castelvetrano, Francesco Fiordaliso: "Penso che Calcara sia una personaggio che ha niente da insegnare ai nostri giovani. Per questo ho rifiutato, dopo essermi consultato con i miei collaboratori, di consentire che i miei studenti dei licei classico, scientifico e pedagogico di Castelvetrano partecipassero all’incontro con lui….”








“Non siamo qui per giudicare le dichiarazioni processuali di Calcara – – ma siamo qui per ascoltare l’appello alla legalità di un uomo che ha fatto una scelta importante, che ha rinnegato Cosa nostra”dichiara Paolo Salerno, presidente dell’associazione antiracket provinciale, ed organizzatore dell’evento .
Salerno parla. Ma la sala è deserta e imbarazzante. Lo sa anche il Sindaco di Castelvetrano, Gianni Pompeo, che cerca di salvare capre e cavoli, di fronte ad Ingroia sempre più perplesso: “Mi riservo di verificare se effettivamente le scuole sono state invitate e non hanno partecipato – dice – ma ad ogni modo era una manifestazione a cui si doveva partecipare. Castelvetrano non è questa”. Pompeo rimanda l’appuntamento ad un secondo incontro con Ingroia, il 16 Febbraio. Ma il procuratore è comunque contrariato: “Ringrazio gli organizzatori per l’invito e per la possibilità che mi hanno dato di ritornare a Castelvetrano. Non ringrazio i dirigenti scolastici, invece, perché hanno fatto una scelta sbagliata, nel giorno del compleanno di Paolo Borsellino e nella terra e patria di Matteo Messina Denaro. Capisco le riserve su Calcara, le cui dichiarazioni comunque sono riscontrate in molti processi, ma è una mancanza di rispetto nei confronti del mio ruolo e della mia persona. Di più: è un segnale ambiguo. Matteo Messina Denaro sarà contento”.

Ha aggiunto Ingroia: “Paolo Borsellino si occupava personalmente del rapporto con Vincenzo Calcara, che è stato valutato, ha parlato di cose attendibili e altre meno…ma oggi non c’è da entrare nel merito delle sue dichiarazioni, piuttosto siamo qui per prendere atto di un processo di revisione critica di chi, organico a Cosa nostra, ha detto di no a questa cultura di violenza e morte”.
In questo clima di tensione, di fronte ad una platea scarna e molto diversa da quella, giovane, che ci si aspettava, Ingroia ha portato comunque il suo ricordo di Borsellino, della sua carica umana ed etica: “E’ stato per me e per molti un educatore e un maestro”. Tornando sulla mancanza delle scuole all’incontro ha criticato un modello scolastico “ovattato” e “impermeabile agli stimoli della società esterna”.
Poi è stato il turno di Calcara, che su mandato della famiglia Messina Denaro avrebbe dovuto uccidere Borsellino nel 1991, e che poi invece si pentì. Calcara ha parlato della “grande anima” di Borsellino, e della sua battaglia “che non è solo contro Matteo Messina Denaro, ma contro tutto ciò che sta dietro e oltre lui”.
Ma la calma è durata poco. Andato via Ingroia per impegni di lavoro, Calcara ha continuato nel racconto della sua vita e nell’appello contro la “cultura della morte”. In platea, ha chiesto di intervenire Vaccarino. Tra i due sono volati insulti e minacce. La conferenza è stata sospesa.
Per Castelvetrano forse ci saranno occasioni migliori.
Una frase del preside Fiordaliso è: "A Castelvetrano non si muove  foglia, che Matteo  Messina Denaro non voglia", L'ex sindaco (Svetonio), ricorda ancora di essere stato  condannato in via definiitiva, anche grazie alla mia testimonianza...Ecco la realtà castelvetranese , calpestata  e umiliata da questa gente qui dietro cui tira i fili "L'invisibile" . Vergogna! Un preside che tratta i  suoi  alunni come pecore e un omuncolo che si arrampica sugli specchi per nascondersi dietro  ad una maschera di rispettabilità. 


(V. Calcara)


Riporto qui i commento del Giudice Ingroia relativo all'accaduto:


“Questo è un dibattito in cui si parla di antimafia a Castelvetrano, terra e patria del più importante boss mafioso in circolo, cioè Matteo Messina Denaro. Inoltre è un dibattito al quale partecipa, non lo dico per immodestia ma per il ruolo congruo che svolgo, il procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia. Un dibattito dove si raccoglie comunque la testimonianza di un ex mafioso, ex criminale che ha fatto un’altra scelta di vita e che fu uno dei primi mafiosi a collaborare con Paolo Borsellino. Mi sembra un segnale estremamente graveche i dirigenti scolastici abbiano impedito agli studenti di poter partecipare a questa iniziativa antimafia.
Lo ritengo un segnale quantomeno ambiguo.
Immagino che, quando ne avrà notizia, Matteo Messina Denaro ne sarà contento.
L’assenza dei giovani è offensiva nei miei riguardi e anche per la memoria di Paolo Borsellino che, durante la sua attività, ha dimostrato di sapere dare un’occasione a tutti, anche all’ultimo dei criminali, all’ultimo dei mafiosi.
Delle collaborazioni di Vincenzo Calcara se ne occupava personalmente Paolo Borsellino e, come tanti altri collaboratori è stato sentito da varie autorità giudiziarie. Il contenuto delle dichiarazioni di Calcara, come di quasi tutti i collaboratori, ha avuto valutazioni controverse, anche perché si tratta di uno spettro molto ampio. Ha parlato di tantissime cose,alcune delle quali sono state riscontrate e ritenute attendibili mentre altre non sono state sufficientemente riscontrate.
Ma oggi, era ovvio, non si doveva fare alcuna ripetizione dei processi in cui Calcara ha reso la sue dichiarazioni, perché quelli si sono già fatti nelle aule giudiziarie e se ce ne saranno ancora si faranno sempre nelle aule giudiziarie. Calcara aveva manifestato questo desiderio di confronto con la sua cittadinanza di origine e credo che ogni uomo, anche il peggiore criminale, che abbia messo in atto un processo di revisione critica del proprio passato,una volta scontate le pene che doveva scontare, avviando un percorso di risocializzazione, avrebbe  
meritato una maggiore attenzione.
I giovani oggi, contrariamente a quello che qualcuno può pensare sottovalutandoli, hanno una capacità critica molto più alta di quanto si possa immaginare, e si sarebbero potuti fare un’idea direttamente ascoltando Calcara e ponendogli anche domande difficili e imbarazzanti come i giovani sanno fare.
Credo che il silenzio e l’assenza sia sbagliata. E gli assenti hanno sempre torto”.

La lettera aperta inviata da Manfredi Borsellino 
(figlio del Giudice P.Borsellino) a Vincenzo Calcara







LETTERA A VINCENZO CALCARA DA  MANFREDI BORSELLINO

"Caro Vincenzo, con questa lettera aperta desidero esprimerti tutta la mia solidarietà e il mio sostegno per quanto accaduto ieri mattina in quella Castelvetrano che è e rimane la tua città natale alla quale, so bene, nonostante tutto sei visceralmente legato.
Purtroppo quel preside che ha “boicottato” il tuo incontro con gli studenti della sua scuola decidendo per loro, poco o nulla conosce del tuo percorso di “redenzione”, iniziato oramai nel lontano 1991 e giunto oggi ad un punto di non ritorno.
Ti è stato impedito non certo di tenere una “lezione di legalità” agli studenti del tuo paese ma semplicemente di raccontare loro il tuo vissuto, perché ascoltassero dalle tue parole come sia stato possibile, come è possibile, che un uomo di Cosa Nostra che si è macchiato di gravi delitti possa uscire da qual tunnel, rivedere la luce, e ritornare ad essere e a vivere come un cittadino normale, a provare sentimenti di amore, a crescere quattro figlie, chiamate “Agnese” “Lucia” “Fiammetta” e “Beatrice” come la moglie e le figlie del tuo adorato giudice Paolo Borsellino, lontano da quel mondo di falsi valori in cui tu eri nato e cresciuto.
Non hai nulla da rimproverarti, i cittadini onesti di Castelvetrano e della Sicilia tutta sono con te; come bene ha detto il Procuratore Aggiunto Ingroia, la grandezza di mio padre stava proprio nella capacità e volontà di dare un’occasione di riscatto a tutti e tu, più di altri, l’hai colta mutando radicalmente la tua vita.
Chi dice che nel tuo caso Borsellino è stato fuorviato, che non era un dio e che avrà preso qualche granchio anche lui, rispondo che se mio padre certamente non era un dio e prendeva granchi, è anche vero che vi considerava persone come lui, con gli stessi suoi sentimenti ma con la sfortuna di non esservi mai imbattuti in chi vi aiutasse a uscirli fuori, ad averne consapevolezza.
Sono orgoglioso in tutti questi anni di esserti stato vicino, anche materialmente, e non rinnego nulla di ciò che ho fatto per te e la tua splendida famiglia, consapevole di avere solo continuato l’opera che aveva avviato mio padre il giorno in cui gli hai confessato che avresti dovuto ucciderlo".


RINGRAZIO, DI  VERO CUORE TUTTI COLORO  CHE MI HANNO DIMOSTRATO SOLIDARIETA' IN QUESTO EPISODIO, CHE RITENGO INCIVILE E POCO EDUCATIVO NEI CONFRONTI DEI RAGAZZI CASTELVETRANESI AI QUALI PROMETTO DI TORNARE PER POTERLI INCONTRARE E MANIFESTARE , INSIEME A LORO CONTRO QUESTO  CANCRO MALIGNO DI NOME MAFIA!




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